Barche di passaggio e piccoli comuni sul Serchio pisano tra Vecchiano e San Giuliano

Le storiche barche che attraversarono il Serchio nella parte pisana del fiume – nella fattispecie da Pontasserchio-Avane alla foce –, collegavano due rive non molto distanti tra loro alla misura di oggi, ma poco raggiungibili coi mezzi di un viaggiatore del passato.
Di ignota origine (quando entrarono in servizio?), si trovano disegnate in alcune mappe del sette-ottocento. Erano, risalendo il fiume:

1) La barca d’Albavola (o Arbavola o Arbaula) che unì i tratti della via maestra di Pietrasanta e ebbe di fronte, sulla riva destra del fiume, una casa del Pescatore, la Posta della Torretta (1778) o Torre della Posta (1769) e in tempi successivi una dogana (1825-30). La via maestra andava poi fino a Migliarino, costeggiava la Macchia e giungeva al castello di Viareggio, prendendo qui il nome di via Romana e attraversando il cosiddetto “Ponte di Pisa”. Un ramo intermedio era chiamato via del Passatoio, con riferimento di certo al passaggio sul fiume.
L’approdo o porto di Albavola si può situare oggi nel tratto sul Serchio compreso tra i ponti dell’autostrada e della via Aurelia.

2) La barca d’Arena invece aveva l’approdo vicino alla pieve del paese omonimo e come corrispondenza a nord la parte occidentale di Vecchiano. Fu operativa fino al 1858, quando, per ovviare agli inondamenti durante le piene, si autorizzò la rimozione di guadi e scali per restituire nelle “primitive condizioni” le rive, rafforzandole con una “solida sassaia”.

3) La barca del Serchio o di Avane infine consentì di attraversare il fiume più a monte. Era vicina alla torre di Avane (esistente) e alla strada maestra che, a ovest delle alture, passava da San Frediano di Vecchiano, costeggiava il Romitorio e raggiungeva, dopo un bel po’, Filettole e lo stato di Lucca.
Dovette sostituire l’antico ponte che dette il nome a Pontasserchio, distrutto, pare, nel trecento al tempo delle guerre di Pisa contro Lucca. Venne ricostruito verso la metà dell’ottocento e rifatto un’altra volta dopo la seconda guerra mondiale.
Fuori dalla zona considerata, anche su una mappa del Serchio a Ripafratta fu disegnata nell’ottocento un’altra “barca” o “nave” chiamata proprio con il nome del luogo.

Le barche sul Serchio unirono due territori – oggi parte dei grossi comuni pisani di San Giuliano Terme a sinistra del fiume e di Vecchiano a destra – confinati a nord da una zona palustre, dal lago di Massaciuccoli e dall’antico stato di Lucca, e a ovest dalla disabitata tenuta di San Rossore e dalla Macchia di Migliarino. Nonostante la loro ampiezza, o forse proprio per questo, nel passato e per lungo tempo, ospitarono un buon numero di piccoli comuni e ville che, uniti da strade lungo gli argini, accompagnarono con una certa continuità il percorso del fiume.
A destra, partendo dal luogo più vicino alla foce e risalendo il Serchio, dopo San Rossore, si trovavano documentati Albavola, Cafaggiareggio, Arena, Carraia, Metato, Vecchializia, Sant’Andrea in Pescaiola, Pontasserchio, Albaro, Pero, e verso nord, Pappiana, Molina, Patrignone, Colognole, Ripafratta, Laiano.
A sinistra invece furono presenti i comunelli di Migliarino, Malaventre, Nodica, Vecchiano, Avane e, a nord, Filettole.
Le carte che li citano – cosa non certo nuova – sono state disperse dal tempo e dagli eventi. Pertanto, senza ambizione di completezza, si segnalano qui solo alcune informazioni a essi relative con il fine di non perderle e a pro di eventuali ricerche, come si usa per tradizione negli spogli d’archivio.

Ad esempio un elenco delle “chiese nella diocesi di Pisa con cura o senza” del 1570 ricorda che nella zona si trovavano: San Giovanni Evangelista di Arena “chiamata pieve rovinata” (rettore prete Giovanni Soliera), e le sottoposte Sant’Ilario del Pero “patronato di quelli del Setaiuolo” (della Seta, rettore prete Iacopo “del Setaiuolo” canonico), Sant’Iacopo di Cafaggioreggio, patronato degli uomini del comune (rettore prete Francesco Bocchini), San Michele di Arbaula dei Gualandi (rettore il “reverendissimo vescovo”).
Nel plebanato di Avane invece erano ricordate le chiese di Santa Cristina del luogo “chiamata pieve” (rettore prete Alessandro Venagli dottore) “alla quale è unita la chiesa di San Salvatore” (dal 1407) e Santo Stefano di Avane patronato degli “Orlandi, detti di quelli di Siano, e di Carnasciale” del comune (rettore m. Francesco Murci canonico e dottore).
Andando poi nel plebanato di Rigoli si trovava, tra le altre, la chiesa di San Casciano di Metato, patronato degli uomini del comune (rettore prete Antonio Upezzinghi), e nel plebanato di Filettole erano segnate la chiesa “hoggi pieve” di Sant’Alessandro a Vecchiano patronato degli uomini del comune (rettore prete Vincenti da Pietrasanta) e quella Santa Maria a Castello patronato dei “Bocchi” e altri (rettore m. Giuseppe Bocca dottore – “litiga” con Carlo di ser Enea Upezzinghi).
Nel plebanato di Pugnano invece venivano citate San Salvadore di Carraia – ma una nota a lato la dice unita alla pieve di Arena –, San Piero di Malaventre, patronato degli uomini del comune (rettore prete Antonio Raucesani), San Michele di Lame (rettore prete Giovanni Pucci), San Lorenzo a Malaventre patronato degli Orlandi e degli uomini del comune (rettore prete Antonio Raucesani), San Bartolomeo di Vecchiano (rettore prete Giulio Vaglienti) e, sempre tutte di patronato degli uomini del loro comune: San Frediano di Vecchiano (rettore un m. Lorenzo dal cognome illeggibile), San Simone di Nodica (rettore prete Alessandro Buonanni arciprete del duomo), Sant’Iacopo e Filippo a “Vecchiallitio” (rettore prete Giovanni Rampini, cavaliere di Santo Stefano). Un’aggiunta che non cita il plebanato di appartenenza, ricorda la chiesa di San Ponziano di Arbaula a collazione del capitolo (rettore prete Giulio Vigna fiorentino) e il priorato di San Nicola di Migliarino patronato degli Orlandi “e altri casati antichi di Pisa” (rettore prete Antonio Raucesani canonico).

Infine fortuite note medievali contenute nei manoscritti di questo periodo ricordano:

– ad Avane un ospedale di Santa Lucia i cui beni erano presso il castello (1438), un Piaggione (1339), la chiesa di San Giovanni (1339) e il luogo Rosaiolo confinato dal fiume e da un monte “quod est iuxta ubi erat castrum Avane” (1339).
– a Vecchiano: il chiasso di Pioppo Gennaio (1291, 1235);
– a Albavola: il fiume “Serchio morto” (1377) e la Piaggia di Cafaggioreggio (1298);
– a Arena: la chiesa di San Lazzaro e un Cafaggimoro “q. fuit villa”, un borgo Framelli sempre alla villa (secolo XIV), via Arlenda (1297), via di Tramarceto (1312), la via pubblica detta via di Sant’Iacopo (1366) e il comune di Carraia (1383);
– a Pontasserchio San Michele al Lamo (1543), San Michele a Vecchializia (1014) e San Martino d’Arbaro (1220, 1221, 1269).

Paola Ircani Menichini, 24 agosto 2023.
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